di Paola Lizzardini

 

Alla larga da Venezia

67° Luned'arte

Ai due autori va il caloroso ringraziamento della scuola e dell’associazione per la brillante e dotta illustrazione che hanno fatto della propria opera, a metà tra il resoconto storico ed il romanzo.
Il mio personale “incontro” con questo libro è stato del tutto casuale. L’ho ricevuto in prestito da un amico che mi ha consigliato, senza impegno, di dargli un’occhiata.
Devo dire che fin dalle prime pagine mi ha subito incuriosita, ho continuato la lettura e, affascinata dai racconti dalle vicende e dai personaggi, l’ho terminato in breve tempo.
Si tratta del viaggio rocambolesco ed affascinante del nobile veneziano Piero Querini mercante e comandante da mar, il quale nella prima metà del Quattrocento costruisce ed arma una nave mercantile, assolda un gruppo di marinai esperti e salpa dall’isola di Candia con la mercanzia alla volta delle Fiandre.
L’equipaggio non giungerà mai nei Paesi Bassi perché tempeste bufere e venti contrari ne squasseranno la nave; solo il comandante Querini e pochi altri superstiti si salveranno approdando miracolosamente alle isole Lofoten in Norvegia oltre il circolo polare artico. Giungono alle Lofoten in piena notte polare cioè senza luce solare, con un freddo glaciale senza acqua dolce né cibo. Come hanno fatto a resistere?
Buona tempra fisica sì ma anche tanta fortuna. Querini ed i suoi marinai vengono salvati dagli abitanti delle isole, i quali li accolgono nelle loro case e , nutriti e vestiti, li renderanno partecipi della loro vita e delle loro “strane” usanze, come quella della “stufa del giovedì”, vale a dire la sauna che i locali praticavano completamente nudi, uomini e donne tutti assieme.
E tra le altre meraviglie del posto avranno l’opportunità di godere dello spettacolo naturale dell’aurora boreale, a loro sconosciuto.
Dobbiamo a questi nostri antenati tante scoperte più meno importanti. Nella fattispecie una in particolare è diventata famosa ed è entrata non “alla larga” ma “alla grande” nelle nostre tavole: il baccalà.
Infatti al loro rientro a Venezia Querini ed i suoi marinai superstiti portano con sé i merluzzi essiccati alle Lofoten e li faranno conoscere non solo ai vicentini ma a tutto il nord Italia ed oltre.
Il libro non è solo avventura e baccalà, è anche uno spaccato di vita quotidiana usi e costumi della Venezia del secolo quindicesimo e di tutta la civiltà cristiana dell’epoca, descritto attraverso le intriganti vicende dei protagonisti, documentate dalle fonti degli archivi storici e romanzate dagli scrittori.
Tra l’altro si può godere al contempo della dettagliata descrizione storica del commercio via mare di allora e di particolari e curiose storie d’amore vissute dai protagonisti della vicenda.
Mi piace questo genere di libri che riesce a farti conoscere in modo apparentemente leggero ed a volte faceto storie di uomini normali vissuti in epoche difficili senza i nostri agi e le nostre tecnologie, ma che nel bisogno e nel pericolo hanno saputo trovare il coraggio per sopravvivere e per lasciare ai posteri una preziosa eredità